I primi nove venerdì del mese

Che cos’è la Grande Promessa? 

E una straordinaria e specialissima promessa del Sacro Cuore di Gesù con la quale Egli ci assicura l’importantissima grazia della morte in grazia di Dio, quindi la salvezza eterna.

Ecco le precise parole con cui Gesù manifestò la Grande Promessa a S. Margherita Maria Alacoque:

«IO TI PROMETTO, NELL’ECCESSO DELLA MISE RICORDIA DEL MIO CUORE, CHE IL MIO AMORE ONNIPOTENTE CONCEDERÀ LA GRAZIA DELLA PENITENZA FINALE A TUTTI COLORO CHE SI COMUNICHERANNO IL PRIMO VENERDÌ DEL MESE, PER NOVE MESI DI SEGUITO. ESSI NON MORRANNO NELLA MIA DISGRAZIA, NÈ SENZA AVERE RICEVUTO I SANTI SACRAMENTI, E IN QUEGLI ULTIMI MOMENTI IL MIO CUORE DARÀ LORO UN SICURO ASILO». 

La Promessa 

Che cosa promette Gesù? Egli promette la coincidenza dell’ultimo istante della vita terrena con lo stato di grazia, per cui si è eternamente salvi in Paradiso. Gesù spiega la sua promessa con le parole: «essi non morranno in mia disgrazia, né senza aver ricevuto i Santi Sacramenti, e in quegli ultimi momenti il mio Cuore sarà loro un asilo sicuro». 
Le parole «né senza aver ricevuto i Santi Sacramenti» sono forse una sicurezza contro la morte improvvisa? Cioè chi avrà fatto bene i nove primi venerdì sarà certo di non morire senza prima confessarsi, aver ricevuto il santo Viatico e l’Unzione dell’Infermi? 
Importanti Teologi, commentatori della Grande Promessa, rispondono che questo non è promesso in forma assoluta, poiché: 
1) chi, al momento della morte, si trova già in grazia di Dio, di per sé non ha bisogno dei Sacramenti per salvarsi eternamente; 
2) chi invece, negli ultimi momenti della vita, si trova in disgrazia di Dio, cioè in peccato mortale, ordinariamente per rimettersi in grazia di Dio ha bisogno almeno del Sacramento della Confessione. Però in caso d’impossibilità a confessarsi; oppure in caso di morte improvvisa, prima che l’anima si separi dal corpo, Dio può supplire alla ricezione dei Sacramenti con grazie interiori e ispirazioni che inducano il moribondo a fare un atto di dolore perfetto, in modo da ottenere il perdono dei peccati, riavere la grazia santificante e così salvarsi eternamente. Questo ben inteso, in caso eccezionale, quando cioè il moribondo, per cause indipendenti dalla sua volontà, non potesse confessarsi. 
Quello invece che il Cuore di Gesù promette in modo assoluto e senza restrizioni è che nessuno di coloro che hanno fatto bene i Nove Primi Venerdì morrà in peccato mortale, concedendogli: a) se egli è giusto, la perseveranza finale nel lo stato di grazia; b) se egli è peccatore, il perdono di ogni peccato mortale sia per mezzo della Confessione, sia per mezzo di un atto di dolore perfetto. 
Tanto basta perché il Paradiso possa dirsi veramente assicurato, perché — senza eccezione alcuna — il suo amabile Cuore servirà per tutti di sicuro rifugio in quei momenti estremi. 
Pertanto nell’ora dell’agonia, negli ultimi istanti della vita terrena, da cui dipende l’eternità, possono insorgere e scatenarsi anche tutti i demoni dell’inferno, ma non riusciranno a prevalere contro chi ha fatto bene i Nove Primi Venerdì richiesti da Gesù, perché il suo Cuore gli sarà rifugio sicuro. La sua morte in grazia di Dio e la sua eterna salvezza saranno un consolante trionfo dell’eccesso della misericordia infinita e dell’onnipotenza d’amore del Suo Cuore Divino. 

La condizione 
Chi fa una promessa ha diritto di mettervi la condizione che vuole. Ebbene, Gesù, nel fare la sua Grande Promessa, si contentò di mettervi soltanto questa condizione: fare la Comunione nei primi Venerdì di nove mesi consecutivi. 
A chi sembrasse quasi impossibile che con un mezzo così facile si possa ottenere una grazia così straordinaria qual’è quella di conseguire la felicità eterna del Paradiso, deve tenere conto che tra questo mezzo così facile e una grazia così straordinaria si frappongono la Misericordia infinita e l’Onnipotenza di Dio. Chi può mettere limiti all’infinita Bontà e Misericordia del Cuore Sacratissimo di Gesù e restringere l’entrata in Paradiso? Gesù è il Re del Cielo e della terra, di conseguenza spetta a Lui fissare agli uomini le condizioni per la conquista del suo Regno, il Paradiso. 
Come dev’essere compiuta la condizione posta da Gesù per conseguire la Grande Promessa? 
Questa condizione deve essere compiuta fedelmente e quindi: 

1) le Comunioni devono essere nove e chi non le avesse fatte tutte e nove non ha diritto alla Grande Promessa; 

2) le Comunioni devono essere fatte nei primi venerdì del mese, e non in altro giorno della settimana. Nemmeno il confessore può commutare il giorno, perché la Chiesa non ha concesso a nessuno questa facoltà. Neppure gli ammalati possono essere dispensati dall’osservare questa condizione; 

3) Per nove mesi consecutivi senza interruzione. 

Chi dopo aver fatto cinque, sei, otto Comunioni, la tralasciasse poi un mese, anche involontariamente o perché impedito o perché se ne fosse dimenticato, costui per questo non avrebbe fatto alcuna mancanza, ma sarebbe obbligato a ricominciare la pratica daccapo e le Comunioni già fatte, sebbene sante e meritorie, non potrebbero essere computate nel numero. 
La pratica dei Nove Primi Venerdì si può cominciare in quel periodo dell’anno che torna più comodo, importante è non interromperla. 

4) Le nove comunioni devono essere fatte in grazia di Dio, colla volontà di perseverare nel bene e di vivere da buon cristiano. 

A) È chiaro che se uno facesse la Comunione sapendo di essere in peccato mortale, non solo non si assicurerebbe il Paradiso, ma, abusando in modo così indegno della misericordia divina, si renderebbe meritevole di grandi castighi perché, invece di onorare il Cuore di Gesù l’oltraggerebbe orribilmente commettendo un peccato gravissimo di sacrilegio. 
B) Chi facesse queste nove Comunioni per potersi poi abbandonare liberamente ad una vita di peccati dimostrerebbe con questa perversa intenzione di essere attaccato al peccato e quindi le sue Comunioni sarebbero tutte sacrileghe e non potrebbe certamente pretendere di essersi assicurato il Paradiso. 
C) Chi invece avesse iniziato i nove primi Venerdì con buone disposizioni, ma poi per debolezza venisse a cade re in peccato grave, purché si penta di vero cuore, riacquisti la grazia santificante con la Confessione Sacramentale e continui senza interruzioni le nove Comunioni, costui conseguirà la Grande Promessa. 

5) Nel fare le nove Comunioni bisogna avere l’intenzione di farle secondo le intenzioni del Cuore di Gesù per ottenere la sua Grande Promessa, e cioè la salvezza eterna. 

Questo è molto importante perché, senza questa intenzione, fatta almeno nell’incominciare l’esercizio dei Primi Venerdì, non si potrebbe dire di avere bene adempiuta la pia pratica. 

Che cosa si dovrà dire di colui che, dopo di aver fatto bene i nove primi Venerdì del mese, con l’andare del tempo diventasse cattivo e vivesse malamente? 
La risposta è molto consolante. Gesù, nel fare la Grande Promessa, non ha eccettuato nessuno di quelli che avranno compiuto bene le condizioni dei Primi Nove Venerdì. Anzi è da notare la circostanza che Gesù, nel rivelare la sua Grande Promessa, non disse ch’essa è un tratto della sua misericordia ordinaria, ma dichiarò espressamente che è un eccesso della misericordia del suo Cuore, cioè una misericordia straordinaria che compirà con l’onnipotenza del suo amore. Ora queste espressioni così energiche e solenni ci fanno capire chiaramente e ci confermano nella sicura speranza che il suo Cuore amorosissimo concederà anche a questi poveri traviati il dono ineffabile della salvezza eterna. Che se per convertirli fosse anche necessario di operare miracoli straordinari di grazia, Egli compirà quest’eccesso della misericordia del suo amore onnipotente, dando loro la grazia di convertirsi prima di morire, e concedendo loro il perdono, li salverà. Quindi chi fa bene i nove Primi Venerdì non morirà in peccato, ma morrà in grazia di Dio e certamente si salverà. 
Questa pia pratica ci assicura la vittoria sul nostro nemico capitale: il peccato. Non una vittoria qualsiasi ma la vittoria ultima e decisiva: quella sul letto di morte. Che grazia sublime della infinita Misericordia di Dio! 

Questa pratica dei Nove Primi Venerdì non favorisce forse la presunzione, peccato contro lo Spirito Santo? 
La domanda sarebbe imbarazzante se non ci fosse di mezzo: 
1) da una parte la promessa incondizionata di Gesù che ha voluto indurci a porre in Lui ogni nostra confidenza, rendendosi Egli garante della nostra salvezza per i meriti del suo amorosissimo Cuore; 
2) e dal l’altra parte l’autorità della Chiesa che ci invita ad approfittare di questo mezzo così facile per raggiungere la vita eterna. 
Quindi non esitiamo a rispondere che essa non favorisce in alcun modo la presunzione delle anime bene intenzionate, ma ravviva loro la speranza di giungere in Paradiso nonostante le loro miserie e debolezze. Le anime bene intenzionate sanno benissimo che nessuno può salvarsi senza la sua libera corrispondenza alla grazia di Dio che ci spinge soavemente e fortemente a osservare la legge divina, cioè a fare il bene e a fuggire il male, come insegna il Dottore della Chiesa S. Agostino: «Chi ha creato te senza di te, non salverà te senza di te». È questa appunto la grazia che intende ottenere colui che si accinge a fare i Nove Primi Venerdì con retta intenzione. 

Questa è la raccolta di tutte le promesse fatte da Gesù a santa Margherita Maria, in favore dei devoti del Sacro Cuore:

1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato.
2. Io metterò la pace nelle loro famiglie.
3. Io li consolerò in tutte le loro afflizioni.
4. Io sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in morte.
5. Io spanderò le più abbondanti benedizioni sopra tutte le loro imprese.
6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano infinito della misericordia.
7. Le anime tiepide diverranno fervorose.
8. Le anime fervorose s’innalzeranno rapidamente a una grande perfezione.

9. Io benedirò le case ove l’immagine del mio sacro Cuore sarà esposta e onorata.
10. Io darò ai sacerdoti il dono di commuovere i cuori più induriti.
11. Le persone che propagheranno questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà mai cancellato.
12. Io prometto nell’eccesso della misericordia del mio Cuore che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà loro rifugio sicuro in quell’ora estrema.

Primi nove venerdì del mese

LA PRATICA DEI PRIMI VENERDÌ DEL MESE

Nelle celebri rivelazioni di Paray le Monial, il Signore chiese a S. Margherita Maria Alacoque che la conoscenza e l’amore del suo Cuore si diffondessero nel mondo, come fiamma divina, per riaccendere la carità che languiva nel cuore di molti.

Una volta il Signore, mostrandole il Cuore e lamentandosi delle ingratitudini degli uomini, le chiese che in riparazione si frequentasse la Santa Comunione, specialmente nel Primo Venerdì d’ogni mese.

Spirito di amore e di riparazioneecco l’anima di questa Comunione mensile:
di amore che cerca di contraccambiare l’ineffabile amore del Cuore divino verso di noi;
di riparazione per le freddezze, le ingratitudini, il disprezzo con cui gli uomini ripagano tanto amore.

Moltissime anime abbracciano questa pratica della Santa Comunione nel Primo Venerdì del mese per il fatto che, tra le promesse che Gesù fece a S. Margherita Maria, vi è quella con la quale Egli assicurava la penitenza finale (cioè la salvezza dell’anima) a chi per nove mesi consecutivi, nel Primo Venerdì, si fosse unito a Lui nella Santa Comunione.

Ma non sarebbe molto meglio deciderci per la Santa Comunione nei Primi Venerdì di tutti i mesi della nostra esistenza? 

Tutti sappiamo che, accanto a gruppi di anime ferventi che hanno compreso il tesoro nascosto nella Santa Comunione settimanale, e, meglio ancora, in quella quotidiana, vi è un numero sterminato di coloro che raramente durante l’anno o solo a Pasqua, si ricordano che vi è un Pane di vita, anche per le anime loro; senza tener conto di quanti neppure a Pasqua sentono il bisogno del nutrimento celeste.

La Santa Comunione mensile costituisce una buona frequenza alla partecipazione dei divini misteriIl vantaggio e il gusto che da essa l’anima ritrae, forse indurranno dolcemente a diminuire la distanza tra un incontro e l’altro col Maestro divino, fino anche alla Comunione quotidiana, secondo il desiderio vivissimo del Signore e della Santa Chiesa.

Ma questo incontro mensile deve essere preceduto, accompagnato e seguito da tale sincerità di disposizioni che veramente l’anima ne esca ristorata.

Il segno più certo del frutto ricavato sarà la constatazione del miglioramento progressivo della nostra condotta, ossia della maggiore somiglianza del cuore nostro al Cuore di Gesù, attraverso l’osservanza fedele e amorosa dei dieci comandamenti.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” (Gv. 6,54)

LE PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE PER I DEVOTI DEL SUO SACRO CUORE 

Gesù benedetto, apparendo a S. Margherita Maria Alacoque e mostrandole il suo Cuore, splendente come il sole di fulgidissima luce, fece le seguenti promesse per i suoi devoti: 

1.       Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato

2.       Metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie

3.       Li consolerò in tutte le loro pene

4.       Sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte

5.       Spanderò copiose benedizioni su di ogni loro impresa

6.       I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l’oceano infinito della misericordia

7.       Le anime tiepide si infervoreranno

8.       Le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione

9.       La mia benedizione poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l’immagine del mio Cuore

10.     Ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti

11.    Le persone che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato mai.

12.   A tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d’ogni mese, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo

La dodicesima promessa è detta “grande”, perché rivela la divina misericordia del Sacro Cuore verso l’umanità.

Queste promesse fatte da Gesù sono state autenticate dall’autorità della Chiesa, in modo che ogni cristiano può credere con sicurezza alla fedeltà del Signore che vuole tutti salvi, anche i peccatori.

CONDIZIONI

Per rendersi degni della Grande Promessa è necessario:

1. Accostarsi alla Comunione.

La Comunione va fatta bene, cioè in grazia di Dio; quindi, se si è in peccato mortale, bisogna premettere la confessione.

2. Per nove mesi consecutivi.

Quindi, chi avesse incominciato le Comunioni e poi per dimenticanza, malattia,ecc. ne avesse tralasciata anche una sola, deve ricominciare da capo.

3. Ogni primo venerdì del mese.

La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese dell’anno.

ALCUNI DUBBI

SE, DOPO FATTI I NOVE PRIMI VENERDì CON LE DEBITE DISPOSIZIONI, UNO CADESSE IN PECCATO MORTALE, E POI MORISSE ALL’IMPROVVISO, COME POTREBBE SALVARSI?  

Gesù ha promesso, senza eccezione alcuna, la grazia della penitenza finale a tutti coloro che avranno fatto bene la Santa Comunione nel primo venerdì di ogni mese per nove mesi consecutivi; quindi, si può credere che, nell’eccesso della sua misericordia, Gesù dia a quel peccatore moribondo, la grazia di emettere un atto di contrizione perfetta, prima di morire. 

CHI FACESSE LE NOVE COMUNIONI CON L’INTENZIONE DI PROSEGUIRE POI A PECCARE, POTREBBE SPERARE IN QUESTA GRANDE PROMESSA DEL SACRO CUORE DI GESÙ? 

No di certo, anzi, commetterebbe tanti sacrilegi, perché accostandosi ai Santi Sacramenti, è necessario avere la ferma risoluzione di lasciare il peccato. Un conto è il timore di tornare ad offendere Dio, e altro la malizia e l’intenzione di seguitare a peccare.

MEDITAZIONI PER I PRIMI VENERDÌ

Primo VENERDÌ: Il pentimento.

O Cuore di Gesù, fornace ardente di amore per tutti gli uomini da Te redenti con la Tua passione e morte di Croce, vengo a Te per chiederti umilmente perdono di tanti peccati con i quali ho offeso la Tua Maestà infinita ed ho meritato il castigo della Tua giustizia.

Tu sei pieno di misericordia e per questo vengo a Te, fiducioso di ottenere, assieme al perdono, tutte le grazie che hai promesso a chi si sarebbe accostato ai santi sacramenti della Confessione e della Comunione nei primi venerdì di nove mesi consecutivi.

Mi riconosco vile peccatore, indegno di ogni Tuo favore, e mi umilio davanti alla Tua infinita bontà, per la quale mi hai sempre cercato e hai pazientemente aspettato che venissi a Te per godere della Tua infinita misericordia.

Eccomi ai Tuoi piedi, mio amabile Gesù, per darti tutta l’adorazione e tutto l’amore di cui sono capace, mentre Ti supplico: “Pietà, mio Dio, pietà di me secondo la Tua grande misericordia. Nella Tua bontà cancella i miei peccati. Lavami da tutte le mie colpe. Purificami e sarò mondato, lavami e sarò più bianco della neve. Se vuoi puoi guarire l’anima mia. Tu puoi tutto, mio Signore: salvami.” 

SECONDO VENERDÌ: La fede.

Eccomi, mio Gesù, nel venerdì del secondo mese, giorno che mi ricorda il martirio al quale Ti sei sottoposto per riaprirmi le porte del Paradiso e sottrarmi dalla schiavitù del demonio

Dovrebbe bastare questo pensiero per capire quanto è grande il Tuo amore per me. Invece sono così tardo di mente e così duro di cuore che ho sempre stentato a capirti e a risponderti. Tu mi sei vicino e io Ti sento lontano, perché credo in Te, ma con una fede così debole e così annebbiata da tanta ignoranza e da tanto attaccamento a me stesso, che non riesco a sentire la Tua amorevole presenza.

Allora Ti supplico, o mio Gesù: aumenta la mia fede, annienta in me quanto non piace a Te e mi impedisce di vedere i Tuoi lineamenti di Padre, di Redentore, di Amico.

Dammi una fede viva che mi faccia attento alla Tua parola e me la faccia amare come il buon seme che Tu getti nel terreno della mia anima. Nulla possa turbare la fede che ho in Te: né il dubbio, né la tentazione, né il peccato, né lo scandalo.

Rendi pura e cristallina la mia fede, senza il peso dei miei interessi personali, senza i condizionamenti dei problemi della vita. Fà che io creda solo perché sei Tu che parli. E Tu solo hai parole di vita eterna. 

TERZO VENERDÌ: La fiducia.

Mio Gesù, vengo a Te per colmare il mio cuore bisognoso di amore, perché spesso si sente solo. Troppe volte ho avuto fiducia negli uomini e spesso la mia fiducia è stata tradita. Oggi do a Te la mia fiducia, la do a Te nella misura più assoluta, perché so che Tu mi porterai sulle Tue braccia, verso le mete migliori. Tu sei il solo che merita la fiducia dell’uomo: fiducia piena, totale, perché non sei mai venuto meno alla Tua parola. Tu sei il Dio fedele, il Creatore che ha disteso i cieli e gettato le fondamenta della terra. Il mondo dà la vertigine; Tu dai l’amore, la serenità e la pace. Tu dai la certezza di essere salvati e nel Tuo nome ogni venerdi tante anime risuscitano alla vita della grazia.

Nel Tuo nome anch’io oggi risuscito nella certezza di essere salvato, perché Tu lo hai promesso. Con la Tua Grande Promessa hai manifestato la Tua potenza, ma con la Tua misericordia hai dimostrato l’amore. E chiedi a me una risposta d’amore.

Eccomi, o Signore, lo Ti rispondo donando a Te ogni mia fiducia, e poiché di Te mi fido, a Te mi affido, nella certezza che ogni preghiera, ogni rinuncia, ogni sacrificio, a Te offerto con amore, otterrà da Te il cento per uno. 

QUARTO VENERDÌ: L’umiltà.

Mio Gesù, io Ti credo presente nel SS. Sacramento, fonte inestinguibile di ogni bene. Per il Tuo Corpo che mi doni nella Santa Comunione, fa che io contempli il Tuo volto nella Patria Celeste. Nell’onda pura del Tuo Sangue immergimi, o Signore, perché io impari che nel nascondimento, nell’umile sacrificio di sé, nasce la pace e la gioia dei cuori.

Il mondo è orgoglio, esibizione e violenza. Tu invece insegni l’umiltà che è servizio, mitezza, comprensione, bontà.

Ti sei fatto mio cibo e mia bevanda con il Sacramento del Tuo Corpo e del Tuo Sangue. E sei il mio Dio! Mi hai così dimostrato che, per salvarmi dovevi farti umile, nasconderti, lasciarti annientare. L’Eucaristia è il Sacramento del Tuo annientamento: chiunque Ti può adorare o calpestare. E sei Dio! L’insipienza umana è capace di ogni profanazione. E Tu chiami con amore, aspetti per amore. Umile e nascosto nel Tabernacolo Ti sei fatto il Dio dell’attesa. Dal profondo del mio nulla Ti chiedo perdono per quando non ho ascoltato la Tua Voce. Mio Signore, in questo quarto venerdì Ti chiedo il dono dell’umiltà. E’ l’umiltà che salva i rapporti umani, che salva l’unità delle famiglie, ma soprattutto è l’umiltà che rende veri e costruttivi i miei rapporti con Te.

Poiché Tu ami gli umili e disprezzi i superbi, fa che io sia umile per poter essere amato da Te. Fa ch’io sappia imitare l’umile Tua Ancella, la Vergine Maria, che hai amato per la sua verginità, ma che hai scelto per la sua

 umiltà. E’ questo il dono che Ti voglio portare oggi: il mio proposito di essere umile. 

QUINTO VENERDÌ: La riparazione.

Vengo a Te, mio Gesù, con tanti peccati e tanti difetti. Tutto mi hai perdonato nel sacramento della Confessione, ma io mi sento ancora debitore di tanto amore di riparazione: amore che cancelli ogni traccia del mio peccato, prima dentro di me, e poi nella Chiesa, mia madre spirituale, che ho danneggiato col mio peccato diminuendo in essa l’amore al Tuo Regno. Per questa riparazione Ti offro il Tuo stesso Corpo immolato e il Tuo sangue versato per la salvezza di molti.

Anche se molto indegnamente Ti offro, in unione con il Tuo divino sacrificio, la rinuncia ad ogni soddisfazione illecita, Ti offro ogni sacrificio richiesto dalla fedeltà ai doveri che ho verso la mia famiglia, i sacrifici richiesti dal mio lavoro di ogni giorno; Ti offro tutte le mie sofferenze fisiche e morali, affinché le coscienze intorpidite, le famiglie malate e sconvolte, i cuori troppo tiepidi ritrovino la via della fede, la luminosità della speranza, l’ardore fecondo della carità. E Tu, mio Gesù

Eucaristico, vieni a me con il Tuo Santo Spirito, Consolatore Perfetto. Illumina la mia mente, infiamma il mio cuore, affinché possa amarti con tutte le mie forze al di sopra di ogni cosa e riparare così i peccati miei e quelli di tutto il mondo. Concedimi di saperti fare amare anche da tutti i miei cari, fin che un giorno ci riunirai tutti nel Tuo Regno eterno per godere della Tua misericordia nella felicità che non ha fine. 

SESTO VENERDÌ: La donazione.

Mio Signore Gesù, Ti sei donato a me nella Santa Eucaristia per dimostrarmi quanto è grande e potente l’Amore Divino.

lo mi voglio donare a Te con fiducia illimitata e senza riserve, perché Tu veda la sincerità del mio amore. Ma proprio perché il mio amore, pur essendo sincero, è tanto debole e distratto dalle cose del mondo, desidero offrirti la mia donazione totale e incondizionata. Confido che Tu, con la Tua grazia, la renda sempre più vera.

lo credo fermamente in Te, quindi Ti cerco amandoti, e Ti dono tutto il mio essere e tutte le cose mie insieme con i miei affetti più cari, fino a costituire con Te una cosa sola, perché la Tua vita pulsi nell’anima mia. Sono certo che se questo avverrà, Tu sarai la consolazione che nessun altro può darmi; sarai la mia forza, il mi conforto in ogni giorno della mia vita. Tu Ti sei donato a me e io mi dono totalmente a Te, perché riesca a capire quanto è grande il Tuo amore.

Tu in questo giorno mi dai la Tua luce a piene mani, e mi fai comprendere che per realizzare questa donazione, devo essere umile e forte nella fede. Per questo ho bisogno del Tuo aiuto, della Tua assistenza, della Tua forza. è quanto Ti chiedo con tanto amore, perché desidero realizzare la più intima vicinanza a Te Eucaristico, non solo oggi, ma in tutti i giorni della mia vita. E Tu, mio Signore, fa in modo che, per questa donazione a Te, io resista a ogni seduzione delle persone, delle cose, del denaro, dell’orgoglio, e sia sempre Tuo testimone, cercando sempre il Tuo amore e la Tua gloria. 

SETTIMO VENERDÌ: L’abbandono.

Troppe volte mi sono confuso agitandomi. Allora ho perso di vista Te, mio Vero bene, e ho dimenticato i propositi che Ti ho donato nei primi venerdì precedenti.

Ora Ti chiedo, o mio Gesù, di essere Tu a prenderti cura di me e delle cose mie. Mi voglio abbandonare completamente in Te, certo che Tu risolverai tutte le mie situazioni spirituali e materiali.

Voglio chiudere pacificamente gli occhi dell’anima mia, stornare il pensiero da ogni affanno e da ogni tribolazione e rimettermi a Te, perché Tu solo operi, dicendoti: pensaci Tu!

Voglio chiudere gli occhi e lasciarmi portare dalla corrente della Tua grazia sul mare infinito del Tuo amore. Voglio abbandonarmi a Te per lasciarmi lavorare da Te, che sei l’Onnipotente, con tutta la fiducia del mio cuore. Solo voglio dirti: pensaci Tu! Non voglio più preoccuparmi di me, perché sia Tu, che sei Sapienza infinita, a preoccuparti di me, dei miei cari, del mio futuro. Solo Ti chiedo: mio Signore, pensaci Tu. Voglio abbandonarmi in Te e riposare in Te, credendo ciecamente alla Tua bontà infinita, nella certezza che Tu mi addestrerai a compiere il Tuo volere e mi porterai sulle Tue braccia verso ciò che per me è il vero bene.

Nelle mie necessità spirituali e materiali, tralasciando affanni ed angoscie, sempre Ti dirò come ora Ti dico: Signore mio, pensaci Tu. 

OTTAVO VENERDÌ: La preghiera.

Devo veramente imparare a pregare. Ho capito che invece di fare la Tua volontà, ho sempre chiesto a Te di fare la mia. Tu sei venuto per gli ammalati, ma io, invece di chiedere a Te la Tua cura, Ti ho sempre suggerito la mia. Ho dimenticato di pregare come Tu ci hai insegnato nel Padre nostro e ho dimenticato che mi sei Padre pieno d’amore. Sia santificato il Tuo nome in questa mia necessità. Venga il Tuo regno, anche attraverso questa situazione, in me e nel mondo. Sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra, disponendo di questa mia necessità come meglio Ti piace, per la mia vita temporale ed eterna.

lo credo che Tu sei la bontà infinita, quindi sono certo che Tu intervieni con tutta la Tua onnipotenza e risolvi le situazioni più chiuse. Se anche il malanno incalza, non mi agiterò, ma chiuderò gli occhi e con tanta fiducia Ti dirò: sia fatta la Tua volontà. E sarò certo che interverrai e compirai, come medico divino, ogni guarigione, anche il miracolo se occorre. Perché non c’è medicina più potente di un Tuo intervento di amore.

Non confiderò più negli uomini, perché so che è questo che intralcia l’operare del Tuo amore. La mia preghiera fiduciosa sarà sempre rivolta a Te, perché in Te credo, in Te spero, Te amo sopra ogni cosa. 

NONO VENERDÌ: Il proponimento.

Son giunto al termine dei Nove Primi Venerdì da Te richiesti per colmarmi delle grazie previste dalla Tua Grande Promessa. Durante questi nove mesi Tu mi hai aiutato a crescere nella fede e nella vita di grazia. Il Tuo amore mi ha attirato a Te e mi ha fatto comprendere quanto hai patito per salvarmi e quanto è grande il Tuo desiderio di portarmi a salvezza. Tutto l’amore di un Dio si è riversato su di me, ha illuminato la mia anima, ha rafforzato la mia volontà e mi ha fatto capire che a nulla serve all’uomo guadagnare anche tutto il mondo se poi perde la sua anima, perché perduta l’anima è perduto tutto, salvata l’anima è salvato tutto. Ti ringrazio mio Gesù, di tanti doni e Ti offro, quale testimonianza della mia gratitudine, il proposito di accostarmi più spesso ai sacramenti della Confessione e della santa Comunione con l’adorazione, il rispetto, la devozione e il fervore di cui posso essere capace.

E Tu continua ad assistermi, o mio Gesù, con il Tuo amore sempre vigile e sempre misericordioso, perché io impari ad amarti per Te stesso, ancora più che per i Tuoi benefici. Voglio poterti dire sempre con sincerità: Amore mio ti voglio tanto bene. E Tu che hai detto: “Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare” (Ezechiele 18, 15), conduci anche me, perché mi nutri del Tuo amore e riposi sempre sul Tuo cuore.

In particolare, voglio offrirti in ringraziamento di tutti i tuoi benefici, il proposito di non lasciare mai la Messa alla domenica e negli altri giorni festivi, e di insegnare anche ai miei familiari l’osservanza di questo terzo Comandamento che Tu ci hai dato perché veniamo ad attingere al Tuo amore la gioia e la serenità che nessun altro può darci.